L’influenza orientale nel pensiero di Johann Wolfgang von Goethe

Johann Wolfgang von Goethe (Francoforte sul Meno 1749 – Weimar 1832). La sua attività fu rivolta alla poetica, al dramma, alla letteratura, alla teologia, alla filosofia, all’umanismo e alle scienze, ma fu prolifico anche nella pittura, nella musica e nelle altre arti.  

Genio fra i più poderosi e poliedrici della storia moderna, si manifestò in un’epoca in cui ormai risultava operante la consapevolezza d’una acquisita libertà di sentimenti e di espressione; gli fu quindi spontaneo rendersene partecipe e anzi incrementarla segnando un cambiamento radicale nella coscienza culturale tedesca ed europea. 

Considerato dalla scrittrice George Eliot «…uno dei più grandi letterati tedeschi e l’ultimo uomo universale a camminare sulla faccia della terra». 

Definito “olimpico” per il suo equilibrio, per esso esaltato e anche censurato, e talora persino schernito, di questo equilibrio non fece oggetto di soddisfatta fruizione bensì oggetto ambizioso d’una continua, tutt’altro che olimpica ricerca, operata nei varî campi d’interesse, negli studî scientifici, nell’azione pubblica e soprattutto nella produzione poetica.
«Il mondo orientale esercita il suo fascino anche sul classicismo grecizzante di Johann Wolfgang von Goethe il quale, pur affermando la pericolosità dell’“orientaleggiare”, nondimeno, nel Divano occidentale-orientale (1814-1827), trasfigura la propria esistenza nel mito e nella letteratura orientale. 

E giunge sino a trasformare la sua Weimar da Olimpo greco a Eden persiano, facendo piantare per tutto il piccolo ducato alberi di ginkgo biloba, l’archetipo goethiano della pianta originaria, la cui foglia è stata “affidata dall’Oriente al mio giardino”. 

L’interesse di Goethe per l’Oriente coincide con quello per la cultura semita, persiana e araba e, in maniera più ridotta, con quello per la cultura indiana, che egli conosce attraverso le lettere di Herder sulla Śakuntalā e la GitaGovinda nella traduzione tedesca (1802) del musicista Friedrich J. Hugo von Dalberg (1760-1812). 

Goethe non è attratto dall’esotismo misticheggiante, dall’alterità estraniante, ma è mosso sempre dall’obiettivo – romantico e classico al tempo stesso – di “riunificare tutte le cose separate da sempre” in una forma compiuta e in un modello utile per la vita».

F. Cirací, in U. Eco, R. Fedriga, La filosofia e le sue storie: L’età contemporanea, 

Lascia un commento