“Nosce te Ispsum”, secondo i grandi maestri

Conosci te stesso o “ΓΝΩΘΙ ΣΕΑΥΤΟΝ” è un iscrizione che campeggiava sul frontone del tempio dell’oracolo di Apollo a Delfi. Tre parole facili da enunciare, ma difficili da comprendere. Tutti i grandi mistici occidentali e asceti orientali, hanno sempre insistito su questo profondo insegnamento. Nel più profondo dell’essere umano è nascosto un principio universale, comune a tutti gli esseri viventi e, quando l’uomo, dopo un lungo e arduo percorso, ne assume consapevolezza, si libera per sempre dall’illusione del mondo sensibile e dalle catene che lo legano al mondo materiale, regno del male e della sofferenza.

Ma come è indotto questo concetto nelle parole dei grandi maestri?

«Non uscire fuori, rientra in te stesso: nell’interiorità dell’uomo abita la Verità». (Sant’Agostino)

«Quando conoscerete voi stessi, sarete conosciuti e saprete che siete figli del Padre Vivente. Ma se non conoscerete voi stessi, allora sarete nella privazione e sarete voi stessi privazione». (Vangelo di Tommaso)

«Chi vuole penetrare nel fondo di Dio, in ciò che ha di più intimo, deve prima penetrare nel fondo proprio, in ciò che ha di più intimo, giacché nessuno conosce Dio se prima non conosce se stesso». (Maister Eckhart)

«La vostra visione diventerà chiara solo quando guarderete nel vostro cuore. Chi guarda all’esterno sogna. Chi guarda all’interno apre gli occhi». E ancora, insiste lo stesso autore: «Solo il viandante che ha peregrinato nel suo infinito mondo interiore potrà accostarsi all’anima scoprendo che, per anni, non ha fatto altro che cercare Lei, perché Lei è dietro e dentro ogni cosa». (Carl Gustav Jung)

«L’uomo, dopo la sua vana ricerca di Dio fuori se stesso, completa il cerchio e ritorna al punto d’inizio l’anima umana; e scopre che il Dio che cercava per mari e monti, in ogni ruscello, in ogni tempio, in chiese e cieli, che il Dio che immaginava essere seduto in cielo a governare il mondo, era il suo stesso Sé. Io sono Lui, Lui è Me. Nulla è Dio se non Io, e questo piccolo “io” non è mai esistito». Anche se noi possiamo essere paragonati solo alla scintilla divina che in noi, e non a Dio. Lo stesso mistico indiano incalza: «Tutti i poteri dell’universo sono già dentro di voi. Siete voi che vi siete coperti gli occhi con le vostre mani. Vi lamentate che è buio. Siate consapevoli che intorno a voi non ci sono tenebre. Togliete le mani dai vostri occhi e apparirà la luce, che era lì da un’eternità». E infine: «E’ davvero uno Yogin chi vede se stesso nell’intero Universo e l’intero Universo in se stesso».(Swami Vivekananda)

«I due concetti, realizzazione del Sé e conoscenza di Dio, sono sinonimi».(Paramahansa Yogananda)

«Questo supremo Brahman, anima universale, immensa dimora di tutto ciò che esiste, più sottile di ogni cosa sottile, costante: in verità é te stesso, perché tu sei Quello». (Kaivalya Upanishad)

«Quando mi identifico con il corpo, o Signore, sono la tua creatura, eternamente separata da Te. Quando mi identifico con l’anima, sono una scintilla di quel Fuoco Divino che Tu sei. Ma quando mi identifico con l’Atman, io e Te siamo una cosa sola».(Dal Ramayana)

Concludiamo questa breve rassegna, con un testo di origine sconosciuta:

«Ti avverto, chiunque tu sia: oh tu che desideri sondare gli arcani della Natura, se non riuscirai a trovare dentro te stesso ciò che cerchi, non potrai trovarlo nemmeno fuori. Se ignori le meraviglie della tua casa, come pretendi di trovare altre meraviglie? In te si trova occulto il Tesoro degli Dei. Oh Uomo, conosci te stesso e conoscerai l’Universo e gli Dei».

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